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Disturbo Borderline di personalità a basso funzionamento
Il Disturbo Borderline di Personalità non intacca le capacità cognitive, ma è invalidante perché rende difficile gestire le proprie emozioni: chi ne soffre vive ogni emozione (rabbia, noia, felicità, ansia, passione, frustrazione...) con un’intensità fortissima ed ogni desiderio o impulso è sfrenato,
incontrollabile. C’è chi lo paragona alla pelle ustionata: anche il minimo tocco provoca un dolore insopportabile. Evidenze scientifiche mostrano che c’è un funzionamento di amigdala e corteccia cerebrale molto specifico. Il disturbo colpisce il 50% in più dell’Alzheimer e con la stessa percentuale di Schizofrenia e Disturbo Bipolare insieme, e soprattutto persone giovani. È dimostrato che si può curare, con probabilità di successo intorno all’80%, quando trattato con le psicoterapie corrette.
Ha molte forme, quella in grado di compromettere totalmente la vita della persona e della sua famiglia può essere chiamata "a basso funzionamento": non si riesce a studiare o lavorare, si possono commette reati d'impulso (risse, aggressioni, danneggiamenti...), non si è in grado di gestire una casa, né i documenti o le proprie cose (chiavi di casa, occhiali,...), non si va dal medico o dal dentista quando se ne ha bisogno, non si riesce a prendere la patente, né a rispettare un appuntamento qualsiasi,... anche l'abuso di sostanze è molto frequente, come tentativo
disfunzionale di automedicazione.
Sono pazienti molto complessi, con grandi difficoltà di adesione alle cure: per questo, spesso non sono seguiti dai Servizi di Salute Mentale in modo efficace o addirittura abbandonati.
Con il nome del nostro gruppo vogliamo gridare che il diritto alla cura è anche per noi.
Movimento Madri Doppiamente Disperate
La doppia diagnosi: dipendenza e disturbi di personalità
È un doppio problema, una vera emergenza, un fenomeno in espansione soprattutto tra i giovanissimi: la cosiddetta “doppia diagnosi” determina nelle persone con disturbi psichici una deleteria ed illusoria ricerca di sollievo nell’assunzione di alcol e stupefacenti, o in maniera inversa ma altrettanto distruttiva, l’uso delle droghe su personalità fragili e predisposte, scatena la psicosi, risvegliata dallo stato latente, con effetti devastanti.
Madri, ma ovviamente anche padri, fratelli e sorelle, figli e congiunti, la cui frase ricorrente nel cercare un aiuto in un contesto socio-sanitario del tutto inadeguato, è: “Sono disperata!”. Principalmente sono madri cadute nella disperazione di dover fronteggiare allo stesso tempo due problemi di per sé già importanti, malattia mentale e dipendenza da sostanze, ma che messi insieme creano una sorta di girone infernale, in cui si viene completamente fagocitati. Le persone vittime di questa comorbilità non sono in grado di interrompere il circolo vizioso, dove l’uso di stupefacenti rende lo squilibrio mentale temporaneamente eclatante, autodistruttivo, ma anche pericoloso socialmente, e spesso i nostri ragazzi finiscono in carcere, luogo che ovviamente peggiora il loro stato.
A seguito della detenzione di Giacomo, poi riconosciuta illegale dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ho deciso di dare battaglia per mio figlio e per quelli delle tante madri disperate che mi hanno contattata. Ecco come nasce il Movimento MDD, una sorta di gruppo di condivisione, con l’intento di unire le forze, in una battaglia comune generata dall’amore, nel pretendere soluzioni e nel fornire solidarietà e prospettive. Consapevoli che il percorso è lungo ed impervio, ma non privo di possibilità, e che le madri si possono trasformare, all’occorrenza, in temibili tigri!
A.F.I.Pre.S. Marco Saura
Prevenzione del suicidio
Il Suicidio, oggi, rappresenta il fenomeno psicologico più grave all’acme del disagio. Spesso raptus, altre volte è il disagio psichico che irrompe in quel calvario di togliersi la vita. 1 milione le vittime globali, ogni 30 secondi muore una vittima in tutto il mondo! Rappresenta la 12ª causa di morte, la 2ª tra i 15 e i 19 anni.
La nostra mission è la prevenzione del Suicidio, dell’Autolesionismo e di quelle forme di etero ed auto-aggressività che possano mettere a repentaglio la vita, partendo principalmente dagli inizi della vita promuovendo dei Servizi integrati in rete, sul territorio, con la Salute Mentale e su scala nazionale avvalendosi di competenze e metodologie multiprofessionali. Avvalendoci di una rete multiprofessionale, interna ed esterna, offriamo questi servizi:
AIFA - Associazione Italiana Famiglie ADHD
ADHD - Disturbo da deficit di attenzione/Iperattività
L'ADHD è un disturbo del neurosviluppo, di origine genetica, che si manifesta sin dalla prima infanzia e, se non curato, prosegue nell'età adulta. Nell’80% dei casi l’ADHD si presenta insieme ad altri disturbi: Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), Tic nervosi, Disturbo della Coordinazione Motoria, Disturbi del sonno, Ansia, Depressione e Disturbi dello Spettro Autistico. Il profitto scolastico di questi bambini è spesso scarso. Risulta conflittuale il rapporto con insegnanti e compagni che può condurre ad emarginazione con conseguente bassa autostima. I genitori, spesso additati come cattivi educatori, non hanno colpa per i comportamenti dei bambini con ADHD.
Per l’ADHD, l’Istituto Superiore della Sanità indica la terapia multimodale:
La diagnosi è di competenza del Neuropsichiatra Infantile.
In adolescenza, se non diagnosticata e trattata, la sintomatologia permane e può peggiorare. Nella maggior parte dei casi, si attenua solo l'iperattività motoria, che diventa irrequietezza interiore e mentale. A quest’età i sintomi si combinano con le difficoltà insite nell’età adolescenziale; ne possono derivare comportamenti a rischio anche gravi (uso di alcool e sostanze, abbandono scolastico, devianza...) con ulteriore peggioramento dell’autostima. Come per i bambini, la diagnosi è di competenza della Neuropsichiatria Infantile e la terapia indicata è sempre quella multimodale. È di grande complessità la transizione ai servizi dell’età adulta.
In età adulta, i sintomi permangono, ma si evidenzia l’incapacità di pianificare ed organizzare la complessità della vita quotidiana. L’ADHD in età adulta può associarsi ad ansia, depressione, sindrome bipolare, disturbo borderline, disturbo ossessivo compulsivo, dipendenze di ogni genere, disordini alimentari. In molti casi sviluppano comportamenti illegali e delinquenziali che portano al carcere.
La diagnosi compete ai professionisti della salute mentale dell’adulto (psichiatri e psicologi) esperti nel disturbo ADHD. La terapia è farmacologica e psicoeducativa con tecniche cognitive comportamentali.
AIFA APS è l’Associazione Italiana Famiglie ADHD.
AIBP - Associazione Italiana Bipolari
Disturbo Bipolare
Il disturbo bipolare è una condizione psichiatrica caratterizzata da oscillazioni estreme dell'umore che vanno dall'euforia alla depressione.
Le persone affette da questo disturbo sperimentano episodi di mania o ipomania, durante i quali si sentono euforiche, energiche e iperattive, alternati a episodi depressivi, caratterizzati da tristezza profonda, disinteresse per le attività quotidiane e bassa energia.
Questi cambiamenti d'umore possono influenzare significativamente il pensiero, il comportamento, le relazioni interpersonali e il funzionamento quotidiano.
Il disturbo bipolare può manifestarsi in diversi gradi di gravità e può richiedere un trattamento a lungo termine che comprende la terapia farmacologica, la psicoterapia e la gestione dello stile di vita.
È una condizione complessa che richiede un'approfondita comprensione e un sostegno adeguato per il benessere a lungo termine delle persone affette e dei loro familiari.
Nati Per La Vita
Autismo
L'autismo, una condizione complessa e poco compresa, ha un impatto devastante non solo sui singoli individui, ma anche sulle loro famiglie. Lo stress psicologico, l'onere economico e l'isolamento sociale sono solo alcune delle sfide che queste famiglie devono affrontare quotidianamente.
Nonostante la crescente consapevolezza del problema, il sistema di supporto attuale è spesso inadeguato. Le scuole, ad esempio, utilizzano spesso metodi didattici obsoleti che non tengono conto delle specificità dell'autismo, ostacolando l'inclusione. Inoltre, la mancanza di coordinamento tra i diversi servizi (sanitari, sociali, educativi) rende difficile offrire un supporto completo alle famiglie.
È urgente, quindi, promuovere un approccio più integrato e personalizzato, che coinvolga tutti gli attori: famiglie, scuole, servizi sanitari e sociali. Sono necessarie terapie evidence-based, una formazione adeguata del personale scolastico e un maggiore sostegno psicologico alle famiglie. Solo attraverso un lavoro di squadra sarà possibile migliorare la qualità di vita delle persone con autismo e delle loro famiglie, e favorire la loro piena inclusione nella società.