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Accogliete il loro dolore

2024-11-09 21:43

Famiglie in rete

Ci siamo anche noi, Disturbo Borderline di Personalità, Salute Mentale, pazienti psichici autori di reato,

Accogliete il loro dolore

Federico aveva solo 27 anni ed un disturbo borderline di personalità.

Federico, il suo nome, aveva solo 27 anni e all’età di 17 anni gli era stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità.

Non si è mai sottratto alle cure anche se non sempre con facilità e quando il disturbo non era più gestibile in famiglia, ha accettato un percorso di cura dapprima in un gruppo appartamento e poi in due comunità.

In queste strutture, seppure accoglienti, chi ha un disturbo borderline di personalità difficilmente riesce ad adeguarsi.

Federico da qualche tempo viveva in un suo appartamento, senza alcun supporto se non la visita mensile dallo psichiatra e un blando supporto psicologico. Tante le richieste ai servizi presso i quali era in cura, anche da parte della famiglia, per ottenere un supporto territoriale.

Quando Federico sentiva che gli strumenti per fronteggiare la malattia venivano meno, si affidava al consulto dello psichiatra degli SPDC, previa attesa infinita nei pronto soccorso.

 

Così ha fatto l’ultima volta, aveva preparato persino la borsa con i cambi, con la speranza di un ricovero che lo aiutasse a resistere al dolore che avvertiva.

Il medico aveva ritenuto che le condizioni non fossero idonee per un ricovero. Federico si era arrabbiato e aveva reagito esprimendo la sua contrarietà danneggiando la porta dello studio medico.

Un tempo sarebbe bastato questo per contenerlo e ricoverarlo.

Invece il personale medico ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Dopo un paio di settimane il malessere non si placa  e Federico decide di tacitarlo una volta per tutte.

Resta la rabbia dell’abbandono.

 

Il giorno del funerale l'appello che trovate qui sotto è stato letto da Carmen Minutiello, Presidente dell’associazione AMAndoli, in rappresentanza di tutte le associazioni e enti sottoscrittori, testimoni del fatto che si tratta di una situazione che coinvolge un gran numero di famiglie con terribili storie analoghe:

  • AMAndoli odv, 
  • Famiglie in Rete OdV ETS
  • FISAM, 
  • Di.A.psi Piemonte,
  • Insieme APS ETS,
  • +Diritti,
  • Gruppo di ricerca per la Salute mentale Conoscere per Migliorare,
  • Maria Cristina Soldi sorella di Andrea Soldi,
  • Socialità in Festival e della Valsusa Film Fest

e di quanti si sono dati il compito di sostenere i familiari che hanno al loro interno una sofferenza psichiatrica e tutti i loro cari.

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Ciao Federico,

ci hai lasciati attoniti e increduli perché mai avremmo pensato che il dolore che sentivi, le tue ansie e i tuoi vuoti ti avrebbero spinto un giorno a dirci addio.
Comprendiamo e salutiamo il tuo dolore che è anche il nostro e ci aggrappiamo al ricordo di chi tu eri veramente, al netto della malattia, un ragazzo pieno di vita, di ironia, di bellezza, capace di grandi gesti.

A quanti lavorano nei centri di salute mentale chiediamo di sostenere in tutti i modi possibili la sofferenza dei nostri cari, al di là dei problemi di organico e di burocrazia, uscendo per strada se necessario, non attendete che il Federico del domani che verrà, bussi alla vostra porta, intercettatelo prima.

Un appello ai pronto soccorso e ai reparti di SPDC, noi qui lo diciamo ad alta voce e anche a tuo nome, quando il Federico di domani verrà a chiedervi aiuto, non respingetelo, trattenetelo e accogliete il suo dolore e soprattutto non mettetegli manette per consegnarlo alla giustizia, sono persone fragili che chiedono aiuto, non criminali.

Ciao Federico.

Torino, 5 novembre 2024

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